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di pirati, vagava pei mari del Pacifico sotto il comando di Harvey, un tempo capitano di lungo corso e che conosceva assai bene Ayrton.

I deportati erano la maggior parte riuniti nel casseretto, a poppa della nave, ma alcuni sdrajati sul ponte cianciavano ad alta voce.

La conversazione proseguiva in mezzo alle grida ed alle libazioni, e per essa Ayrton apprese che solo il caso aveva condotto lo Speedy in vista dell’isola Lincoln.

Bob Harvey non vi aveva ancora posto piede, ma come aveva presentito Cyrus Smith, trovando per via quella terra incognita di cui nessuna carta indicava la situazione, egli aveva formato il disegno di visitarla, e, se mai gli convenisse, di farne il porto di riparo del brik. Quanto alla bandiera nera inalberata al corno dello Speedy ed al colpo di cannone sparato, ad esempio delle navi da guerra, al momento in cui mostrano i loro colori, era una semplice furfanteria di pirati, non già un segnale; non esisteva ancora alcuna comunicazione fra gli evasi di Norfolk e l’isola Lincoln.

Il dominio dei coloni era dunque minacciato d’un immenso pericolo. Evidentemente, l’isola col suo piccolo porto, colle sue ricchezze d’ogni maniera, di cui i coloni avevano tanto bene approfittato, colle occulte profondità del Palazzo di Granito, doveva convenire a maraviglia ai deportati, nelle cui mani sarebbe divenuto un eccellente luogo di rifugio, assi curando, per ciò stesso ch’era incognita, l’impunità. Evidentemente, anche la vita de’ coloni non sarebbe rispettata, e la prima cura di Bob Harvey e dei suoi complici sarebbe di trucidarli senza pietà.

Cyrus Smith ed i suoi compagni non avevano adunque nemmeno lo scampo di nascondersi nell’isola, poichè i deportati facevano conto di porvi dimora, e perchè nel caso che lo Speedy partisse per una spe-