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— Ma le nostre piantagioni, il nostro ricinto, ogni cosa infine! esclamò Pencroff battendo i piedi; essi possono saccheggiare e distruggere tutto in poche ore.

— Tutto, Pencroff, rispose Cyrus Smith, e non abbiamo alcun mezzo d’impedirli.

— Sono essi numerosi?

— Questo è a sapersi, rispose il reporter. Se non fossero che una dozzina, sapremmo ben arrestarli, ma quaranta, cinquanta forse....

— Signor Smith, disse allora Ayrton facendosi innanzi, mi date un permesso?

— Quale?

— Quello di andare fino alla nave per riconoscere le forze del suo equipaggio.

— Ma, Ayrton.... rispose esitando l’ingegnere, rischierete la vita....

— Perchè no, signore?

— Gli è più che il vostro dovere, questo.

— Ho qualcosa di più del mio dovere da fare, rispose Ayrton.

— Voi andrete colla piroga fino al bastimento? domandò Gedeone Spilett.

— No, vi andrò a nuoto; la piroga non può passare là dove un uomo può cacciarsi fra due acque.

— E sapete che il brik è a un miglio e mezzo dalla costa? disse Harbert.

— Sono buon nuotatore, signor Harbert.

— Ma vi dico che rischierete la vita! insistè l’ingegnere.

— Poco importa, rispose Ayrton, ve lo domandò per grazia; è forse questo un mezzo di rilevarmi agli occhi miei.

— Andate pure! disse Cyrus, sapendo bene che un rifiuto avrebbe profondamente contristato quell’uomo.

— Ed io vi accompagnerò, disse Pencroff.

— Diffidate di me? disse vivamente Ayrton; poi umilmente aggiunse: ed avete ragione.