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Cyrus Smith guardava il bianco lenzuolo senza dir nulla, poichè egli non sapeva veramente come spiegare tale fenomeno in quella stagione e con una temperatura calda.

— Per mille diavoli, esclamò Pencroff, le nostre piantagioni geleranno!

E già il marinajo si disponeva a discendere, quando fu preceduto dall’agile Jup, il quale si lasciò scivolar fino a terra.

Ma appena la scimmia fu scesa, l’enorme strato di neve si sollevò e si sparpagliò nell’aria a fiocchi così innumerevoli, che la luce del sole ne fu velata per alcuni minuti.

— Uccelli! esclamò Harbert.

Erano infatti sciami d’uccelli marini, dalle penne abbaglianti per bianchezza: si erano posati a centinaja di migliaja sull’isolotto e sulla costa, e sparvero lontanamente, lasciando i coloni sbalorditi come d’un cambiamento a vista che avesse fatto succedere l’estate all’inverno in una scena di teatro. Disgraziatamente il cambiamento era stato così improvviso, che nè il reporter, nè il giovinetto riuscirono ad atterrare uno di quegli uccelli di cui non poterono neppure riconoscere la specie.

Alcuni giorni dopo, era il 26 marzo, vale a dire il secondo anniversario del giorno in cui i naufraghi dell’aria erano stati gettati sull’isola Lincoln.