Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/240

Cyrus Smith e Gedeone Spilett attesero a sgombrare i Camini; e ritrovarono la fucina ed i fornelli pressochè intatti, essendo stati protetti dal cumulo delle sabbie.

Non inutilmente era stata rifatta la provvista di combustibile. I coloni non avevano finito coi freddi rigorosi. Si sa che nell’emisfero boreale il mese di febbrajo è segnato specialmente da grandi abbassamenti di temperatura. Lo stesso doveva accadere nell’emisfero australe, e la fine del mese di agosto, che è il febbrajo dell’America del nord, non si sottrasse a questa legge climaterica.

Verso il 25, dopo una nuova alternativa di neve e di pioggia, il vento volse a sud-est, e subito il freddo divenne vivissimo.

Stando ai calcoli dell’ingegnere, la colonna mercuriale di un termometro Fahrenheit non avrebbe segnato meno di 8 gradi sotto zero (22 gradi centigradi sotto il gelo) e codesta intensità di freddo, resa ancor più dolorosa da un vento gelato, si mantenne per molti giorni. Per ciò i coloni dovettero di nuovo chiudersi nel Palazzo di Granito; e siccome bisogno ostruire ermeticamente tutte le aperture della facciata, non lasciando altro che lo stretto passaggio necessario al rinnovamento dell’aria, grande fu la consumazione delle candele. Per farne economia, i coloni s’accontentarono spesso della sola fiamma del focolare, dove non si risparmiava il combustibile. Molte volte gli uni e gli altri scesero sul greto, in mezzo ai ghiacci che il flusso vi ammucchiava ad ogni marea, ma essi risalivano subito dopo al Palazzo di Granita, tenendosi, non senza dolore, colle mani ai bastoni della scala. In questo freddo intenso gli scalini bruciavano loro le dita. Bisognò ancora occupare gli ozî, e Cyrus Smith, intraprese all’uopo un’operazione che poteva farsi stando chiusi in casa. Si sa che i coloni non avevano a loro disposizione altro