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— Perchè no? rispose Cyrus Smith; perchè l’Australia, la Nuova Irlanda e tutto ciò che gli Inglesi chiamano Australasia, riunite all’arcipelago del Pacifico, non potevano formare un tempo una sesta parte del mondo, importante al par dell’Europa o dell’Asia, dell’Africa o delle due Americhe? Il mio animo non si ribella ad ammettere che tutte le isole emerse da quel vasto oceano siano le vette di un continente oramai inghiottito, ma che dominava il mare nelle età preistoriche.

— Come già l’Atlantide, rispose Harbert.

— Sì, fanciullo mio, se pure ha esistito.

— E l’isola Lincoln avrebbe fatto parte di quel continente? domandò Pencroff.

— È probabile, rispose Cyrus Smith, e ciò spiegherebbe abbastanza questa diversità di prodotti che si vede alla sua superficie.

— Ed il numero considerevole degli animali che ancora l’abitano, aggiunse Harbert.

— Appunto, rispose l’ingegnere, e tu mi fornisci un nuovo argomento in appoggio della mia tesi. È certo, stando a quanto abbiamo visto, che gli animali sono numerosi nell’isola. Ed il più straordinario è che le specie sono svariatissime. Vi ha una ragione, e per me è questa, che l’isola Lincoln ha potuto un tempo far parte di qualche vasto continente che si è a poco a poco abbassato sotto il Pacifico.

– Allora un bel giorno, replicò Pencroff, il quale non pareva assolutamente convinto, quel che rimane di questo continente potrà scomparire, e non vi sarà più nulla tra l’America e l’Asia?

— Sì, rispose Cyrus Smih, vi saranno i nuovi continenti che miliardi e miliardi di animaluzzi sono in questo momento intenti a fabbricare.

— E chi sono codesti muratori? domandò Pencroff.

— Gl’infusorî del corallo, rispose Cyrus Smith.