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renderebbe più facile le comunicazioni e permetterebbe di risalire la Grazia, quando si facesse la grande esplorazione del sud-ovest dell’isola, che era stata differita ai primi bei giorni. Le foche erano numerose, ed i cacciatori, armati dei loro spiedi ferrati, ne uccisero facilmente una mezza dozzina. Nab e Pencroff le scuojarono, e non portarono al Palazzo di Granito altro che il grasso e la pelle, che doveva servire a fabbricare robusti calzamenti.

Il risultato della caccia fu questo: circa 300 libbre di grasso, che doveva essere interamente adoperato nella fabbricazione delle steariche.

L’operazione fu estremamente semplice, e se non diede prodotti proprio perfetti, li diede almeno tali da poter essere adoperati. Cyrus Smith, quand’anche non avesse avuto a sua disposizione che l’acido solforico, scaldando questo acido coi corpi grassi neutri (col grasso di foca per esempio) avrebbe potuto isolare la glicerina, e dalla nuova combinazione separar facilmente l’oleina, la margarina e la stearina adoperando l’acqua bollente. Ma per semplificare l’operazione egli preferì saponificare il grasso colla calce. Ottenne così un sapone calcareo, facile a decomporsi coll’acido solforico, che precipitò la calce allo stato di solfato e rese liberi gli acidi grassi.

Di questi tre acidi: oleico, margarico e stearico, il primo essendo liquido, fu cacciato da una pressione sufficiente; quanto agli altri due formavano appunto la sostanza che doveva servire alla fabbricazione delle candele.

L’operazione non durò più di ventiquattro ore.

Le miccie, dopo molti tentativi, furono fatte di fibre vegetali, e, bagnate nella sostanza liquefatta, formarono vere candele steariche, a cui venne data la forma colle mani, e che solo avevano bisogno di essere imbiancate. Esse non offrivano certo quel vantaggio che ha lo stoppino impregnato di acido borico di vetri-