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A LI LETTORI.


Candidissimo mio lettore dopo la elegantissima & argua
Comedia di messer Bernardo Aretino m’è piaciuto,
a tua consolatione, & gloria di quello, inferire
alla predetta operetta qualcuno de suoi
eccellenti Sonetti, Capitoli, & Strambotti,
accio che con tuo diletto conoscer possa
egli non manco ne i Sonetti valere
& argutie di Strambotti che ne
l’ottavo suo comico stile:


VALE.


Della Duchessa di Urbino sculpita.


I
O che son sculta in marmo humido & basso

Da ’l spirto fuor, son simile a la viva:
     Acqua da me, da lei pianto deriva,
     Lei dura & fredda, io duro & freddo sasso:
Io ogni viator stupido lasso:
     Lei ogni servo suo di senso priva:
     Lei è candida piu che rosa estiva,
     Et io col candor mio la neve passo:
Lei d’ogni amator suo frauda el desio,
     Et io che mostro esser viva, confondo
     Chi cerca in darno el concubito mio:
Qual lei ridendo mia durezza ascondo,
     Qual lei miro ciascun con volto pio;
     Ma se chiami, qual lei non ti rispondo: