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in casa con quell’odio che doveva covar lei, che un giorno o l’altro l’avrebbe avvelenato per levarselo dinanzi.

— No, no, — rispose lo zio col suo risolino d’uomo dabbene. — Il testamento è in favor tuo, e se mi avvelena non ci guadagna nulla. Anzi! — Si grattò il capo a pensare se dovesse dirla, e infine se la tenne per sè, ridendo cheto cheto.

Infine Raffaela tornò a casa sottomessa come una pecora. — L’accompagnò la mamma Sènzia e gli altri parenti. — Nulla nulla. Son cose che succedono fra marito e moglie; ma ora la pace è fatta, e vedrete come vostra moglie si ripiglia il cuore che gli avete dato, compare Nanni.

— Io non gliel’ho tolto, — rispose Nanni Volpe. — E non voglio toglierle nulla, se lo merita. —


Raffaela per meritarselo si fece buona ed amorevole che non pareva vero, sempre intorno