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Alle nove e mezzo i due inseparabili amici erano alla porta del teatro, in mezzo alla folla dei giovanotti che fumando stavano ad osservare le signore che scendevano dalle carrozze.

La recita era cominciata da cinque minuti. I giovanotti erano entrati a prender posto. Raimondo strepitava, tentando di trascinare l’amico, poichè protestava di non voler perdere la prima scena. L’ultima carrozza avea deposto l’ultima signora sul marciapiede, e Brusio non si muoveva ancora.

Raimondo finalmente perdè la pazienza e lo lasciò solo per entrare in platea.

Poco dopo le dieci si udì il rumore di una carrozza che si avvicinava; ed il solo orecchio di Pietro potè distinguere che il passo dei cavalli non avea l’uniforme regolarità di quello dei cavalli signorili.

— Una carrozza da nolo... è la sua! — mormorò egli appoggiandosi alla porta.

La carrozza si fermò infatti alla prima porta, ov’egli si trovava, ed un uomo, nel quale Pietro riconobbe il conte, saltò il primo a terra, per dare la mano alla signora che accompagnava.