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convulse di lei cercarono ancora le sue; e quando le trovarono fecero atto di recarsele alle labbra, fissandolo sempre di quella pupilla cerulea, dilatata, senza sguardo.

Si udirono dei passi precipitati, e comparve Raimondo, che veniva a prendere Brusio per condurlo da sua madre, come Narcisa ne avea avuto sentore. Con un solo sguardo egli vide di che si trattava, e senza perder tempo in domande inutili, corse da lei, distesa sul divano, e le prese il polso.

Le pulsazioni erano deboli, lente, mancanti; osservò la pelle arida, picchettata in alcuni punti delle braccia di bollicine incolori; il volto acceso e che cominciava a farsi livido; gli occhi fissi che operavano uno sforzo prodigioso per non cedere alla pesantezza delle palpebre, onde fissarsi ancora su di Pietro, quantunque non lo vedessero più. Toccò vivamente la regione epigastrica che tradì uno spasimo acuto.

— Hai in casa dell’emetico? — domandò vivamente Raimondo al suo amico, rizzandosi con la pronta decisione che dà l’intuizione al medico di genio, e che lo fa sollevare e dominare in tali momenti.