Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/95


— 85 —

il loro entusiasmo lo riserbavano per le terre del Barone, piatte, senza una pennellata di colori ricchi, vere terre da maggese, che nell’estate si screpolavano come un vulcano estinto. Elena era forse la sola che fosse orgogliosa di possedere quel paesaggio. Il sentimento della proprietà nasceva e si sviluppava in lei con alcunchè d’artistico e di raffinato. Quando il sole tramontava nella sua vigna, aveva là, e non altrove, quegli ultimi effetti di luce calda e dorata sulle foglie ingiallite, sul verde cupo dei roveti che imboscavano il vallone, sulla grigia montagna di granito tinta di roseo e di violetto pallido. L’ombra si allargava dalla Rocca, dal folto dei nocciuoli come un velo di tristezza, e il sole invece saliva lentamente sulla facciata bianca della casina, accendeva i vetri delle finestre, sembrava far sbocciare in quel punto i fiori campestri in cima alla siepe coronata da un pulviscolo dorato. In fondo, nella valle, le terre del Barone si stendevano diggià scure, annegate nella nebbia, solcate dalla lunga fila d’aratri