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in alto, benedicendo il mondo di là del finestrone lucente, su cui calava la notte. La vecchierella agitava febbrilmente le labbra con una tacita preghiera, tenendo stretta la mano del figliuolo quasi per comunicargli la sua fede. La cantilena malinconica degli astanti si estinse a poco a poco.

— Ora lasciami vedere come stai, — gli disse conducendolo alla luce incerta del crepuscolo, sulla porta della chiesa. Ella però era abbattuta e gialla come una cartapecora. — Io son vecchia, ripeteva, e non importa. Ma ti raccomando le tue sorelle, se venisse a mancare tuo zio, e ti raccomando pure di voler sempre bene a tua moglie. Ora tu appartieni a lei. Te l’ha data quel Signore istesso che ci ha benedetti or ora.

La gente sgranava gli occhi vedendo Cesare al fianco di sua madre. Ma questa gli diceva: — Non ci badare. Tuo zio non dirà nulla se accompagni tua madre sino alla porta di casa.

Lungo la strada si andava informando di tanti piccoli particolari. Gli chiedeva se il suo