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gomitolato in un cantuccio, e che mi mandava sul viso il suo alito tiepido e profumato.

— Che avete che non parlate? mi disse dopo un breve silenzio.

— Nulla.

— Siete contento di questa passeggiata?

— Sì.

— Anch’io! esclamò, e un istante dopo, con quella sua bizzarra mobilità di pensiero: — Fate anche dei ritratti?

— Sì.

— Volete fare il mio?

— Sì.

— Mi farete bella?

— Come siete.

— Vi piaccio?

— Assai!

— Anche voi mi piacete.

Tutto ciò con tal franchezza e tal semplicità come se fossimo fratello e sorella, o fosse la cosa più naturale del mondo.

— Ebbene, che fate adesso? mi disse vedendomi sedere in faccia a lei.