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cezionali un oggetto insignificante assorbisca tutta la nostra attenzione e s’inchiodi nel nostro cervello. — Quel lume che brillava al di fuori esercitava una specie di fascino sui miei occhi e sembrava mi penetrasse sino al onore con un raggio di fuoco. Non sapevo da qual parte ella sarebbe venuta, e al menomo rumore che sentivo su per le scale o pei corridoi, il sangue mi si rimescolava tutto. Venti volte provai una gran tentazione di scappar via. — Avevo paura, ecco!

Udii un leggiero fruscìo di seta dietro di me. Uscì dall’ombra del corridoio una donna tutta infagottata nelle sciarpe, nelle pelliccie, e col velo dinanzi al viso; attraversò con passo leggiero il vestibolo; passò la sua mano sotto il mio braccio senza dirmi una sola parola; spinse l’usciale, e mentre raccoglieva lo strascico della sua veste per montare in carrozza, mi disse con voce soffocata sotto il cappuccio ed il velo: — Venite.

Appena fui seduto al suo fianco calò il cristallo, sporse il viso in fuori ed ordinò al cocchiere:

— Ai colli.

Poscia sollevò il cappuccio che le veniva fin