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sua volontá. Aveva la religione autoritá di eleggere l’almiraglio, ma, giá sette o otto anni, ne fu spogliata dal granduca France- sco: perché, avendogli donato il granduca Cosmo quattro galere, copiosamente fornite d’ogni cosa, con obbligo che dovessero esser mantenute a spese della medesima religione, essa, o non potendo supplire a questo bisogno o non amministrando bene questa cura, in spazio d’alcuni anni riusci debitrice al granduca di scudi 200.000; per il che il granduca Francesco levò le galere e l’obbligo di sostentarle dalla religione suddetta e le tenne quasi come proprie, privandola della facoltá di creare Falmiraglio, come ho esposto. Avendo parlato finora di tutto lo Stato e di tutte le forze del granduca, insieme con le cose attinenti a questa parte, ri- cerca la perfetta notizia che si tratti del modo del governo, col quale è retto tutto questo corpo. Questo Stato, avanti che fosse dominato assolutamente dalla casa de’ Medici, andò flut- tuando sotto varie forme e spesse mutazioni, finché Alessandro de’ Medici, primo duca, ne prese il governo, il quale poi fu stabilito dal granduca Cosmo, con la prudenza e con la forza ed aumentato con nuovi acquisti. Ma però sempre questa fa- miglia, in qualunque stato che avesse la cittá di Fiorenza, si mostrava, per ricchezze, per aderenze e per riputazione, supe- riore alle altre, e, si come adesso ottiene il dominio, cosi al 1 i tempi passati godeva la preminenza nella republica. Pensarono sempre i Medici, secondo la grandezza della loro fortuna, a regnare: con fatica, con pericoli e con dispendio andavano preparando quello che era opportuno per i suoi pensieri ; con donativi raddolcirono la moltitudine; con edifici e con opere memorabili s’acquistarono riputazione appresso tutti; li suoi dipendenti con premi s’obbligarono, li contrari ora con la cle- menza ed ora col terrore acquietarono, apportando alla cittá libera, parte con la paura mediante l’arme forestiere, parte con li benefici e con la dolcezza, consuetudine di servire e di stare soggetta. E, per facilitare li suoi disegni, essendo il popolo con- trario ai nobili, come in tutte le sedizioni suol occorrere, sosten- tarono la parte della moltitudine, accarezzandola e sollevandola Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato - III 2 . 5