Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/10

con parole convenienti alla degnitá e grandezza di questo se- renissimo dominio, si come so ch’era mente sua ed obligo mio. Intorno adunque li predetti avvisi ed avvertimenti fatti com- municare, Sua Altezza si doleva che, ancora che fossero molto fondati, non solo non li fosse stata prestata fede, ma che fos- sero stati ricevuti in reprobum sensum, non dando a lei alcun segno di ringraziamento; poiché, se ben era stato fatto l’ofhcio col mezo dell’abbate Abbioso, essendo esso suo agente, ave- rebbe aspettato che si fosse complito anco con due righe di lettera, come dice eh’in casi simili fanno ben spesso il papa ed il re cattolico ed altri prencipi grandi. E qua, per mostrar Sua Altezza d’esser ben avvisata, entrò a discorrer delle cose di Costantinopoli e delle gran spese che fa per aver buoni e certi avvisi di quelle parti ; e disse che si trovava di lá fra gli altri un suo suddito turco, che ha strettissima familiaritá con un bassá grande e principale, che non le scrive se non cose importanti e vere, il qual, buon pezzo fa, voleva venir in cri- stianitá per ritornar alla fede di Gesú Cristo, ma che Sua Altezza l’aveva fermato di lá, avendo ottenuto dal papa che, stante la sua buona volontá ed il gran servizio che presta al li cristiani, egli da mò s’intendi racconciliato con la santa Chiesa. E. avendo io circa li predetti avvisi ed avvertimenti fatto l’of- ficio, ch’io scrissi, conforme all’ordine ch’io tenevo, Sua Al- tezza, mostrando finalmente di non vi pensar piú e di restarne quieta, mi disse, dapoi molte altre parole, che, capitandole per l’avvenire de simili avvisi, non restarebbe per ciò di farne parte alla Serenitá Vostra. Quanto al matrimonio predetto, non la tediarò maggiormente, poiché non mi occorre in tal proposito aggionger ora alcuna cosa di piú di quello che le scrissi ; tanto piú avendo mostrato Sua Altezza di restarne molto ben capace e soddisfatta. Passando poi al negozio di Roma, circa il Cardinal de’ Me- dici, che però io trattai al suo luoco, Sua Altezza fece meco un longo discorso, come scrissi, per dimostrar la prontezza colla qual lei ed il cardinale suo fratello s’erano mossi a fa- vorir vivamente la parte della Serenitá Vostra, con tutto che