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relazione di alvise donato 233

L’altre due cittá sono Alba ed Acqui, quella bagnata dal Tanaro, questa dalla Bormia, appoggiata alle radici dell’Appennino, l’una e l’altra nobili per antichitá: la prima fabricata giá da’ romani, de’ quali fu colonia, detta Alba Pompeia; la seconda assai nominata per le acque minerali, che quivi scaturiscono, appropriate alla salute de’ corpi umani. Ché, quanto al resto, son elle d’assai poco rilievo, come che tali siano similmente tutti gli altri luochi del Monferrato, se si vorrá considerarli separati e disgionti da tutto il corpo. E però, come di cosa superflua, tralascio il parlarne e ritorno alla cittá di Casale, ch’è il fondamento di tutto.

Circonda questa 2460 passi viniziani, compresovi quella parte che vi fu ultimamente aggionta dal giá duca Vicenzo, nominata l’Ala, con la quale s’unisce la cittá con la cittadella. È cinta di buona muraglia, terrapienata di materia soda e atta a ricevere i colpi del cannone senza gran fatto risentirsene; ma i fianchi vi sono debolissimi, fabricati all’antica, in forma di torrioni alla francese, con qualche piataforma poco men di essi diffettosa. Gli abitanti, per l’ultima discrizione fattavi, ascendono alla summa di 10.580 d’ogni qualitá e sesso, non compresi in questi quei che stanziano nel borgo.

La cittadella, opera segnalata e, posso dir con veritá, gloriosa del giá marchese Germanico Savorgnano, vien per universal giudizio di uomini intendenti tenuta per una delle piú perfette, delle piú ben intese e forti piazze che a tempi moderni si sia fabricata. È cinta da bellissima muraglia, da fortissimo terrapieno, da spaziosa fossa, che si tien asciuta, da contrascarpa, da strada coperta e fiancheggiata da sei gran baluardi, accompagnati dai suoi cavalieri, vi sono poi Le sortite c del soccorso, e finalmente, nel recinto di 1320 passi, ha tutti quei requisiti che si ricercano nella compita construttura d’una machina tale, e ha quella perfezione d’architettura militare, alla quale par che sin a questa ora sia arrivata la forza dell’umano intendimento. Ma, perché non le muraglie, non il terreno tirati con industriosa maestria, né altra qualsisia materia, che concorri alla fabricazione d’un luoco forte, basta per diffenderlo da nemica oppugnazione, quando non vi sia numero sufficiente d’uomini, che col proprio petto vi faccino riparo, vien però