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sono note; non vuol maritar il principe se non con grande avantaggio di dotte; intende che questa le abbia ad esser assignata in Stati; ha l’occhio al Canavese e nei concambi che si facessero ed in ogni altra cosa si tiene in su l’alto quanto si sa. Mantova all’incontro ha per nulle le pretensioni di Savoia nel Monferrato; le tiene per decise tutte con la sentenza di Carlo V; dice ben egli di averne di molte sul Piemonte, sul marchesato di Saluzzo ed infine sopra Turino istesso; vuole che i matrimoni in proposito della dotte siano uguali e veramente reciprochi, non intendendo di dar un palmo di terreno in dotte alla sorella; mette in campo i danni ricevuti in questa guerra; non vuol sentire a parlar di privarsi del Canavese ed altre cose, come ho giá scritto alle Signorie Vostre eccellentissime. Se ben, per quanto ho potuto cavare da Sua Altezza, io credo però che, quando si trattasse di terminar dadovero tutte le pretensioni in un colpo, il signor duca di Mantova potrebbe devenir a concambio che fosse anco in qualche parte disuguale, salvandosi nell’apparenza e col mondo, con dare e ricevere un giusto numero di terre, se ben quelle che dasse fossero megliori di quelle che ricevesse; ma però quando non si tratti di molto, e sopra tutto del Canavese, ché di questo non se ne priverá mai, per quanto mi affermò di propria bocca diverse volte, mostrando nel resto, ed in particolare nel negozio de’ matrimoni, ogni prontezza maggiore, quando però, come ho detto, restasse deciso il tutto e troncata ogni occasione e di disgusto e di rancore. E mi disse Sua Altezza che in tanto metteva e metterebbe a campo ella le sue pretensioni sul Piemonte, Saluzzo, Turino ed altro, in quanto che vedeva Savoia pretender tante cose sul Monferrato: che nel resto conosceva bene che non bisognava parlar di cose tali; che voleva devenire ad un vero stabilimento di amore e di unione. Nel che, come averebbe egli sempre fatto conoscere la rettitudine del suo animo ed il desiderio che tiene della pace, cosí era sicuro che Savoia non teneva alcuna buona volontá in questo negozio e che, come si fosse introdotta pratica e che quel duca si avesse lasciato intender primo, come era di ragione che facesse, delle sue pretensioni, si sarebbono