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V

RELAZIONE

del

clarissimo signor PIETRO GRITTI,

ritornato di ambasciator al duca Francesco di Mantoa

l’anno 1612

Serenissimo Prencipe, illustrissimi ed eccellentissimi signori, è stata con ottima ragione instituita dalla prudenza de’ nostri maggiori quella consuetudine, onde ogni suo rappresentante nel ritorno dal carico, che ha essercitato, è tenuto di riferire le cose che ha vedute ed osservate, poiché con questo mezo le Signorie Vostre illustrissime ed eccellentissime hanno del continuo quel lume e quella notizia delle cose dei prencipi, che gii è sommamente necessaria; ed ai publici ministri si aggiugne un perpetuo stimolo ad adoperarsi con piú attenzione e con piú vigilanza nel servizio publico, essendo certi di dover manifestar le osservazioni fatte a questo sapientissimo Conseglio; e quelli che col corso del tempo succedono a questo governo, ritrovando tra le scritture publiche de’ suoi archivi una copiosa instruzione de’ piú importanti interessi e delle piú intrinseche affezioni degli altri governi, possono ricevere molti necessari ammaestramenti. A quest’ottimo costume dovendo io obedire, se ben son certo di non poter se non imperfettamente sodisfar al mio debito, e per la ordinaria debolezza delle mie forze e per il breve tempo che mi son trattenuto nella corte di Mantoa, non devo però restar di dire brevemente quelle cose che per il mio debole senso sono degne della sua intelligenza, tralasciando le altre