Pagina:Varon milanes.djvu/55


57


metter quì l’interpretazione scritta già, e data in luce sopra quella parola cunà, nella quale a dir ingenuamente, non vi so trovar cosa, per la quale mi possa piacere. Cunà adunque, dice egli, è tolto dal verbo Greco κινέω, che significa moveo, d’onde deriva κίναδον, che significa more canum, andar come si dice con la coda in mezzo alle gambe.

Custion. Contesa con armi. Quello parmi senza dubbio veruno sia tolto dal Latino: Quaestio, onis.

DAnedaa. Giorno di Natale. Pare voce corrottissima, e pure è bella, e piena di erudizione. È adunque un composto della voce Greca δάνακαι, sive obolus forte di danaro, qual giudicavano li superstiziosi antichi si donasse a Caronte nel passar le anime la Stigia Palude; e dal Latino Do, das, quasi diciamo Dans obolum, perchè in quei giorni si suole dar di mancia. Puossi ancora comodamente dedurre tutto dal Latino, e far un composto da Denarius, ii, e Do, das, quasi diciamo Denarium dans per la ragione di sopra accennata.

Delusà. Burlare. È derivato dal verbo Latino Deludo, is, qual appunto signisica Burlare.

Derenù. Schena, le reni. È composto dal Greco δεῖ, interiezione completiva, qual significa Sanè, jam; e dal Latino Renes. Ora vedete quanta eleganza si trova nel nostro parlare, massime laddove pare più sconcio.

Desavià. Condur dalla buona strada alla cattiva. È composto dalla parola Latina Via, e dal