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l’ultimo mammouth 293


Il disgraziato chaffeur, semi-soffocato da quella poderosa stretta, agitava pazzamente le braccia e le gambe gettando delle grida orribili.

Il signor di Montcalm in pochi salti raggiunse il colossale pachiderma, imbracciò il fucile e sparò uno dietro l’altro, con una calma meravigliosa, sei colpi, mirando le spalle anzichè la testa.

Il pachiderma, spaventato da tutte quelle detonazioni che si succedevano senza tregua e colpito in pieno, sciolse la tromba lasciando cadere Dik in mezzo ad un ammasso di neve fortunatamente non ancora gelata, scosse le larghe orecchie, lanciò un formidabile grido di guerra che si ripercosse contro i fianchi della montagna e si scagliò innanzi, cercando di precipitarsi verso lo stretto di Smith che era poco lontano.

Altri sei colpi rimbombarono in quel momento. Walter, passato il primo istante di stupore, a sua volta vuotava il serbatoio del suo mauser.

Il colosso si fermò un momento lasciandosi fucilare quasi a bruciapelo, lanciò tre o quattro barriti spaventevoli, poi, quantunque avesse in corpo ben dodici palle, riprese la corsa verso la spiaggia.

Giunto però sulla ripa si fermo nuovamente lasciando penzolare, quasi inerte, la sua proboscide pelosa, scosse le orecchie, poi rovinò sul pak sottostante con un cupo rimbombo.

L’ultimo mammouth era morto!...

Mentre fuggiva, il canadese si era slanciato verso Dik il quale si teneva le mani strette ai fianchi.

— Siete ferito, Dik? — gli chiese premurosamente.

— Bah!... — rispose lo strano uomo con un sorriso. — I balenieri hanno le costole dure. Se però tardavate un istante a giungere, non so se avrebbero resistito ad un’altra stretta.

Quei bestioni posseggono la forza delle balene. —