Pagina:Una sfida al Polo.djvu/296

290 capitolo xxiii.


— Nel 1900 avete detto?

— Sì, Walter. Ammetto che il ghiaccio abbia conservato a lungo la carne di quel colosso, ma ammetterete pure che non l’avrà conservata per secoli e secoli.

Ciò vuol dire che i mammouth se sono veramente tutti scomparsi, sono finiti molto recentemente.

Ed infatti Behering affermava di aver veduto sulle isole dello stretto degli animali giganteschi, i quali potevano benissimo essere dei pachidermi.

— E fu ricuperato quell’animalaccio?

— Il governo russo, appresa la notizia di quella scoperta, mandò subito in Siberia il conservatore delle collezioni zoologiche di Pietroburgo, ed il mammouth, che si era affondato in mezzo ai ghiacci, poco lontano dal villaggio di Sredne Kolynk, fu portato in Russia non senza grandi difficoltà, non esistendo allora nessuna linea ferroviaria fino agli Urali.

Oggi lo scheletro di quel bestione figura nel museo imperiale di Pietroburgo.

— Che non siano proprio tutti scomparsi?

— Chi lo sa?... Qualcuno può essere sopravvissuto.

— Corpo di Giove!... Una caccia all’elefante al Polo!... Chi ci crederebbe? Signor Gastone, seguiamo queste tracce.

— Certo, Walter.

— Ho udito narrare che la tromba degli elefanti è un vero manicaretto.

— Così si afferma.

— Corpo di tutti i fulmini di Giove!... Se potessi assaggiarla anch’io!...

— Guadagnatevela, signor ghiottone.

— È quello che tenterò di fare.

— Allora in marcia dietro le orme. —

I tre uomini esaminarono prima i fucili, trattandosi d’una