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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 237

» glie; anzi il lodo molto, ma non a ciascuno. Lascino i filo- » sofanti sposarsi a’ ricchi sciolti , a’ signori , e a’ lavoratori : » essi con la filosofia si dilettino, la quale molto è miglioie » sposa che alcun’ altra ’. »

XCI. A’ valentuomini filosofanti mi piace di rammentare che essi pur nacquero, se di matrimonio legittimo, o di più caldo come il Boccaccio, poco rileva; ma pur nacquero da una ma- dre: e che la minaccia sacra del Guai a chi vive solo’*, si adempie notte e giorno amarissima sovra chmnque persevera di vivere solo. La consolazione unica alla malinconica ed irre- auieta vecchiaia del Petrarca fu una fighuola, e forse la ma- 5re di lei gli era stata amica più afifettuosa di Laura, di cui non sappiamo se non che fa moglie d’altri, e madre di nove figliuoli. Che se fu pudica col misero innamorato, che temeva insieme e struggevasi d’esserle adultero *, ne ringrazi la fan- ciullaggine perpetua talvolta anche negli uomini sa vj, ma non la virtù femminile, la quale ove afiTronti pericoli, e si diletti di correre decantata su per le piazze, è libidine di vanità, tanto più laida quanto è più chiusa d’ipocrisia. Or i biografi del Petrarca, non paghi de’ suoi versi, impastano a queste nostre nojose disquisizioni la noja pessima di ejaculazioni sentimen- tali alla donna angelica che guidava il suo cantore alla corona d’alloro fra gli uomini, e all’eterna fra i santi ^ Bensì la donna che gli diede figliuoli - se pur fu sola, e di ciò non troviamo né pur congetture - amò più l’uomo che la celebrità del poeta: e se non gli fu sposa sacramentata, non però fu spergiura ad altro marito". Non so quanto messer Francesco si loderebbe de* suoi dottissimi panegiristi, ove mai risapesse come la ma- dre della prediletta sua figlia, è denigrata del nome « d’im- pura femmina®. » Se non che taluni, con le loro inesorabili


1 Vita di Dante, p-gg. 17-21.

2 V\E SOI I ; quia cum cecidcrit non habet sublevaniem se: et si dormierinl duo, fovebuntur mutuo: unus quomodo calefìetl — Kccle.siasles, IV, io, il.

3 Nelle opere latine spesso, e una volta chiaramente nel Canzoniere.

Con lei foss’ io d i che si parie il sole, E non ci vedess’ altri, che le stelle ; Sol una notte; e mai non fosse l’albi.

(l’arte I, Sestina I )

4 Ba Ideili, Del Petrarca e delle sue Opere, pagg, 26, 27, a7.

5 De Sade, Mémoires, voi. Ili ncU’Append ce, Pièces justificatives , pag. 49. Litterae legilimationis Joannis Petrarchi — de soluto gen>ta.s et soluta.

6 « Infermo come per l’ addietro, Laura ugualmente casta, Francesco nei « passati falli ricadde, e dal suo commercio con femmina impura ebbe una fi- » glia appellata Francesca, che fu poscia tenera compagna, e fedel sostegno di » sua vecchiezza Ciii ne rosse la madre, quale la condizione, non traluce da » verun’opera di 1 Petrarca; sembra solo essere stala una do .na di cai nigiona » confusamente, e con suo dolore, rapiti da morie dopo la nascita di Fran- » (-esca. » Baldelli, ivi, pag. 74, ediz. del Cambiagi, Firenze, 1797. — Se il bio- grafo eruditissimo ornò una seconda edizione, avrà senz’altro consideralo la sua narrazione, e scevrata la vita poetica dalla giornaliera e prosaica del Pe- trarca, tanto ch’altri possi deci ’eie con sicura coscienza intorno alla castità deli’ amica celebrata in pubblico, ed all’ impurità dell’amica domestica.


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