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del veltro allegorico di dante 79


Scaligero si dispregiato da Dante il credono quel gran lombardo, cui per tante virtú e per insigni benefizi ricevuti onorò con magnifico elogio il poeta, e del quale sarebbe stato l’Alighieri o vile adulatore nei versi o detrattore ingratissimo nelle prose.

XLIII. Tristo fine, mentre Can Grande restituivasi a Verona, sortiva l’ambasceria di Arrigo VII ai fiorentini; della quale con amabile ingenuitá scrisse la storia Niccolò vescovo di Butrintò. Giunti a Modena i legati, Bologna proibi loro l’andare per le sue terre: discesi nel Mugello per le montagne di Modena, simil divieto gli allontanò da Firenze: giá erano pervenuti alla Lastra, ed eccoli posti a ruba dai masnadieri. Furono albergati dal conte Guido Salvatico in San Godenzo: di lá si condussero presso il vescovo Ildebrandino di Romena in Arezzo, donde intimarono alle cittá ed ai signori di rendere omaggio ad Arrigo VII. Fra quelli, ai quali ciò venne significato, Niccolò di Butrintò annovera Uguccione della Faggiola, che vivea da privato nei suoi castelli. E tosto il Faggiolano insieme col nipote Faolozzo e con Federigo di Monte Feltro prese ad andarne in Genova per Arezzo e per la Maremma sanese: lui per la stessa via seguitarono immantinenti gli ambasciadori. L’Alighieri cogli altri esuli si ridusse parimente appo il re dei romani: 1 ’Alighieri, al quale, se non mentisce la fama, grave oltraggio recarono in Genova gli amici di Branca Doria, per quello che di costui avea detto un di nell’Inferno.

Arrigo VII. lasciato in quella cittá vicario imperiale il suo congiunto Guglielmo di Aspromonte, recossi a Pisa (1312): quivi con solenni ordini e con lunga pompa gli giurarono i popoli fedeltá. I ghibellini, all’aspetto dell’aquila imperiale mal ponevano modo alle lagrime: la veneravano essi quale dono e segno del cielo, tenendo a vile i bianchi, si come coloro che avessero ancora del guelfo. Uguccione della Faggiola, Federigo di Monte Feltro, il marchese Spinetta Malaspina di Fosdinovo, e Gaddo della Gherardesca ottennero i primi seggi dopo il re dei romani: tra i bianchi, Palmieri degli Altoviti