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del veltro allegorico di dante 47


Guido-Guerra VII e signor di Bagno e di Montegranelli. Guido Salvatico con la contessa Caterina sua moglie accolsero l’Alighieri: dal quale si credono scritti per volere di lei quattro versi che gli si attribuiscono intorno ad un frate. Altri narrò che il conte Ruggieri di Dovadoia, figlio di Guido Salvatico, fosse stato amico del poeta: ma Ruggieri parteggiava pei neri ed era podestá di Firenze, quando Baschiera Tosinghi vi fece si poco frutto. A Ruggieri appartenevano le terre di San Benedetto in Alpe, ove Dante asserisce che avrebbe dovuto esservi ricetto per mille (Inf. XVI, 102), non monaci, come alcuno suppose, ma contadini pei quali avrebbe Ruggieri fabbricato un villaggio: il disegno non fu mandato ad effetto.

I bianchi, nell’ultimo sforzo fatto alla Lastra, erano si certi di riavere la patria, che a Dante non sembrò cominciato se non da quella sciagura il suo esilio, dopo i cinquanta mesi predettigli da Farinata nel decimo del VInferno’, ciò mostra che quel canto fu scritto dopo il giugno e luglio 1304. Bello quivi è il veder Farinata, per difetto di fede giacente nell’arca di fuoco insieme con Federigo II e col cardinale degli Ubaldini e con Cavalcante dei Cavalcanti, rizzarsi per rammentare alla patria che sol per lui ella fu salva (Inf. X, 93). Il lodar Farinata in tal modo era il mostrarsi ghibellino aperto agli occhi dei neri di Firenze: né tardò l’Alighieri di giorno in giorno a concepire odii piú gravi, datosi tutto alle amarezze della nuova sua setta. Il poema, che innanzi all’esilio sarebbe stato solamente scientifico e morale, divenne poscia ministro dei suoi sdegni e delle sue recenti massime ghibelline. Dal decimo fino al sedicesimo dell’Inferno., ei non obbliò il maligno ed ingrato e cieco popolo fiorentino (Inf. XV, 61-68), cui chiamava bestie di Fiesole (Inf. XV, 73). Inacerbito dall’infortunio e dall’ingiusto esilio, Dante aspreggiò sovente i suoi versi con siffatte invettive contro non pochi, dei quali era giusta cosa il tacere. La cortesia di Guido Salvatico non valse, perché il poeta si rimanesse dall’assegnare a Guido-Gueira VII infame luogo in inferno (Inf. XVI, 38). E ben potea l’Alighieri eleggere i colpevoli altrove, che nelle famiglie dei suoi piú