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dei longobardi. Tali sono, a cagion d’esempio, il loci servator, e il defensor civitatis s. loci». E «appunto... perché i gastaldi soprintendevano innanzi tutto ai romani, veggonsi tal fiata nelle carte gastaldi che sembrano di romana stirpe... i quali per certo avrebbono potuto di persona amministrar giustizia ai vinti italiani». Al Capei s’accosta in un punto il Manzoni (), nell’interpretazione cioè della frase ut tertiam parlati suarum fnigum; solo, però, in quanto si debba ritenere che Paolo Diacono abbia voluto riferirsi a frutti, e quindi anche a fondi, che erano allora dei romani. Poiché il Manzoni per le condizioni dei vinti romani distingue due momenti che cosi rappresenta: «Da principio, con la conquista barbarica un tributo barbarico; poi, con lo spoglio e con la strage di molti, lo spoglio e la servitú degli altri... Ma chi furono precisamente quelli a cui, per grazia e invece della morte, toccò la servitú? Il rimanente, risponde Paolo,... di quelli ch’erano stati assoggettati all’imposizione del terzo». Il Manzoni non accetta le due interpretazioni del Trova del passo di Paolo, ed alla prima, che ammette una nuova divisione dei romani fra i vincitori al ristabilirsi della monarchia, risponde: «Che i tributari fossero stati ridotti a una servitú piú bassa e piú gravosa, s’intenderebbe; ma come potevano esser divisi di nuovo, quando erano giá diventati proprietá di tali e tali longobardi?»; e per la seconda, in cui il Troya sostituisce a partiuntur la lezione paliuntur, ritiene la lezione errore d’un amanuense e nota la contraddizione che ne verrebbe fra tamen e patiuntur\ nondimeno... patirono ( 2 ). Ma per lo piú il Manzoni, col Troya, si trova d’accordo, e dell’opera di questo grandemente si giova nella seconda edizione del suo Discorso per confortare con nuovi argomenti le affermazioni proprie ed aggiungere prove nuove. Per lui «la conquista, fece che gl’italiani o, per parlar piú esattamente, (1) A. Manzoni, Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia, 2 1 ed., 1845.

(2) Il Manzoni considera populi aggravati come genitivo, e cosi traduce il passo: «I duchi cedono al re la metá delle loro sostanze; e nondimeno dividono tra i longobardi gli ospiti del popolo aggravato»; dá ad hospites il significato di «poveri erranti, senza ricovero», e in questo modo interpreta la frase: «e nondimeno provvedono a quel miserabile sciame di sbandati, distribuendoli tra i longobardi, cioè assegnandoli ripartitamente e proporzionalmente ad essi, da mantenere e da ricoverare sulle terre e nelle case delle quali erano diventati possessori di fatto».