Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/296

il cattivo tempo (che non ha mai dato tregua) mi ha sempre impedito fin qui di occuparmi da me stesso della ricerca intorno al personaggio a voi noto. Ne ho fatto chiedere da cento persone, ma non ho mai saputo che i generali di cui ho toccato altra volta. Dal mese di ottobre fino a Natale, io sono stato in casa: la pioggia per cinque mesi è stata continua: interrotti i pubblici passeggi, e tolta ogni maniera di comunicazione fra gli abitanti. Lo stesso è avvenuto nel mese di gennaio, che ho passato presso che tutto in letto con una febbretta insensibile ma ostinata. Non è piú che un due o tre giorni dacché abbiamo bel tempo ed io sto sano dal principio di questo mese, ma coll’obbligo di non uscire se piove, trattandosi di disposizioni reumatiche, alle quali nuoce principalmente l’umiditá, ma che la Dio mercé sembrano vinte daH’ultima cura che ho fatta. Il rossore intanto di non aver potuto incontrare quella persona mi ha tormentato non poco: e che dirá don Giovanni di me? Or che il tempo è propizio, spero nondimeno di venire a capo delle ricerche, ma sarebbe cosa utile che voi mi prometteste di far chiedere alcun lume dai domestici di don Alfonso. Ciò mi era vietato nella vostra lettera. Io vi chieggo intanto perdono, amica mia pregiatissima, e son sicuro che avrete attribuito ad una ragione cosi straordinaria come quella della mia cura e della novitá della stagione il non aver io potuto eseguir la cosa da me medesimo.

Le cagioni che mi hanno trattenuto in casa, e senza che io avessi una vera malattia, sono state nondimeno quelle che piú hanno favorito i miei studi. Ed eccomi ora a darvi conto di essi, poiché son sicuro che voi prendete vivamente ad onorarli della vostra benevolenza. E però i miei studi mi sono divenuti piú cari dacché ho sperato che vi potessero piacere. Voi giá sapete che io credei di non potere abbastanza svolgere la storia di Toscana, se non pigliando la mossa dai longobardi. Ma due grandissime questioni mi si facevano innanzi nel nuovo periodo, che io aveva tolto a trattare: la prima, se una parte delle Maremme toscane e il tratto di paese da Radicofani fino a Viterbo fossero stati compresi nella donazione