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né mi siate avaro di vostri consigli da oggi innanzi, giacché ne siete stato finora si generoso.

Comincio, come io aveva promesso, a parlarvi degl’istromenti dei notari cogli anni del papa e dell’imperatore dopo l’8oo: ma è necessario che io aggiungessi alcunché alle cose giá dette intorno alla natura dell’impero, ed anche al patriziato, prima che io entri nell’arringo.

Roma fu repubblica, quando si tolse dai Greci nel 728, ed ebbe proprie armi e propri magistrati e senato. Si lasciava reggere nondimeno dal suo ricchissimo vescovo, pontefice universale. Tale durò fino al patriziato, nel 754; il quale officio, lungi dall’avere invidiato a Roma il senato e la libertá, confermò l’uno e l’altra, e fece sgombrare il territorio di essa invaso e corso dai longobardi. Stefano II, in compenso dei vastissimi patrimoni che aveva perduto in Calabria ed in Sicilia, ed anche nel ravennate, ottenne Ravenna istessa coll’Esarcato e con la Pentapoli nel trattato di Pavia, quando i romani furono trattati da nazione indipendente al pari di quella dei franchi vincitori e dei longobardi. Ma non per questo il patrizio, che rispettava ed ingrandiva la repubblica romana, non doveva pigliar contra di essa le sue cautele; furono queste fermate senza dubbio nel trattato di Pavia, e, se non furono, era tale il patriziato, che non avrebbero dovuto i romani far contro il patrizio, e favorire i suoi nemici, o tener ordini politici contrari a quelli del protettore straniero. Ciò, in lingua dell’VIII secolo chiamossi giuramento di fedeltá: ed era fedeltá quella a cui erano i romani tenuti verso Pipino, ma sudditanza non mai, come l’avvocato Muratori vorrebbe, non certamente con onor dell’Italia. Tanta è la preoccupazione di questo dottissimo uomo, che vorrebbe Pipino signor dei romani, e l’odiosissimo greco il vorrebbe signor dei romani stessi, fino a Pipino, il vittorioso re dei potentissimi franchiNon piacque ad un certo Rossi, recente istorico, tale viltá di pensiero: e disse che Carlomagno, non come patrizio, si come re d’Italia divenne signor di Roma nel 774: cioè (cosi si scrive la storia) fu signor di Roma Carlomagno,