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Pur nulla potevano le cadarfrede, nulla conseguivano gli editti contro gli abiti antichi delle varie razze incorporate nella cittadinanza longobarda, e sudditi di Rotari. L’editto di questo re s’osservava ne’ pubblici giudizi e tribunali de’ longobardi, colá dove il capo de’ cittadini uccisi apprezzavasi; ma tra le domestiche pareti ciascuna di quelle razze incorporate si regolava nelle faccende puramente civili con le sue proprie instituzioni: la stirpe de’goti con le bellagini; l’altra dei romani col codice di Giustiniano; ed, in caso di controversia, ricorreasi agevolmente agli arbitri, che per lo piu erano i sacerdoti ariani fra’ goti ed i cattolici fra’ romani. Ma queste faccende, bisogna ben notarlo e tenerlo nella mente, non accennavano al dritto politico e criminale, stabilito dalle cadarfrede, poi confermati dall’editto, non accennavano al guidrigildo, nel quale si contenea l’intero dritto politico e criminale del regno di Rotari. E’ non era in sua facoltá vietare, per quanto il re oprasse in contrario, che i goti ed i romani, passati per via del guidrigildo nella cittadinanza longobarda, facesser contratti e vendite, od enfiteusi a lor modo; purché non piatissero ne’ tribunali longobardi, opponendosi a’ provvedimenti dell’editto. Goti e romani perciò fecero quel che vollero nelle private lor case, quantunque longobardizzati, sotto Rotari: scrissero e poetarono a lor talento nella romana lingua e nell’ulfilana; e, limitandosi a’ soli romani, edificarono, dipinsero, scolpirono piú d’una iscrizione sui marmi; numerarono i mesi con gl’idi e con le calende, alla romana. E’ leggeano Virgilio ed Orazio, sebbene tutto giorno s’andassero diminuendo, per effetto delle nuove condizioni barbariche, la dignitá e l’amor degli studi. Quali sarebbero stati pel figliuolo d’un console o d’un patrizio romano i diletti di studiare, veggendo il suo capo di cittadino ridotto all’apprezzo d’un incerto guidrigildo? Ma Rotari ed i longobardi credevano, che questo fosse gran beneficio ed onore, grande clemenza il permetterlo ad un vinto romano. Unico sollievo politico d’un tal vinto era lo scorgere, che il fiero vincitore, se volea ridurre in iscritto le cadarfrede, recarle dovesse lati-