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proponeva di stampare nella raccolta Rerum subalpinarumí Che si possa o non si possa sperare, non rileva: ma rileva che si sappia essere io sempre desideroso di giovare per quanto è in me a qualunque impresa intorno ai nostri studi italiani. Non so se la vostra somma parzialitá per me vi faccia dire nella vostra ultima lettera che anch’io dovrei lavorare sull’argomento proposto dall’accademia di Torino pel premio del 1832: ma in veritá non potrei, tanto io sono impelagato in queste mie ricerche nella Vaticana e negli archivi e nelle biblioteche di Roma! Una sanitá robusta ed una felicissima costituzione fisica furono fieramente turbate da un mal di fegato prodotto da dolori dell’animo e dall’eccesso dello studio: oggi ho riacquistato, è vero, una fiorente salute, ma non voglio farne abuso, e non istudio piú il dopo pranzo come io faceva. Da un’altra parte non so dettare ad altri, ed è forza che io scriva tutto da per me. Nulla posso dirvi delle mie pubblicazioni, prima di sapere se io anderò in Napoli o non anderò: credo che il saprò in breve, né vel tacerò. Quanti doni! Volete donarmi ancora i due volumi dell’autore della Fra?icescaí Io vi ringrazio, ma bene avreste dovuto mettermi fra gli associati, come farete per la traduzione del Leo eseguita dal dottor Bruii. Cercherò intanto di procacciar compratori dell’opera del Pellico, pel quale non può veramente non pigliarsi affetto. E salutatelo molto nella mia qualitá d’amico vostro. Aspetto la risposta da Ravenna pel Fantuzzi. Di Savigny conosco un ampio estratto d’una sua scrittura letta nell’accademia di Berlino intorno al «colonato romano»: estratto che leggesi nella Temide giornale francese di giurisprudenza (tom. IX n. 1): non si parla né dei lidi né degli aldi. Se volete posso mandarvi quel numero per la posta e sotto fascia: poi me lo rimanderete quando che sia. Il colonato ed inquilinato, che nacque verso i tempi di Costantino, e che col cristianesimo servi ad addolcire la schiavitú romana, fin da quel tempo fu l’effetto naturale della necessitá dell’uomo, fu forse una specie d’imitazione dei costumi germanici (ma non ardisco dirlo e Savigny lo nega). Differiva poco nel fondo dall’aldionato: e quando vennero gli aldi longobardi con poco s’ottenne