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domi e stimandomi assai, pare che voglia por fine all’amicizia. Ben io rimpiango l’amico perduto: ma non sono uomo di parte, né all’amico posso ipotecare per cosi dire il mio proprio intendimento. E però giudichi ella qual fortuna sará la mia se gli studi medesimi che mi rapiscono l’amico, e nell’atto stesso che mel rapiscono, possono farmene ottenere un altro! Giudichi ella quanto il mio cuore sia stato commosso nel leggere quelle sue confortevoli parole deU’ofTerirmi l’amicizia sua! Or io le ho detto ciò che non avrei potuto senza colpa tacerle: tale io mi sono quale giá le ho narrato, e tale mi avrebbe giá ella conosciuto in Torino, se i passaporti... Se le piaccio cosi quale io sono, si saremo amici... si ardisco dirlo, siamo amici. Ogni quindici giorni, si come io vo’ divisando, ci scriveremo una lunga e cara lettera: sará forse in esse la parte migliore dei nostri studi. E due cose intorno a lei desidero di sapere; s’ella è piú giovane di me, come io credo; e se ha parentela col conte Prospero Balbo, uomo di alto affare, cui ella dedicò la storia? Et nobis omnia de te... Querere (si nescis) maxima cura fuit! Dalle cose del cuore si passi ormai alle altre della mente: innanzi tutto a Liutprando, ed alle sue leggi 37 e 74. Faccia ella qualunque uso vorrá delle mie lettere: io son suo, e non metto riserbe di alcuna sorta alla nostra corrispondenza, né condizione di segreto.

Le leggi 37 e 74 non furono promulgate nell’anno 724, come apparisce nella edizione di Muratori secondo il testo modenese: ma furono, la prima nell’anno XV di Liutprando e l’altra nell’anno XVI; cioè nel 727 e nel 728, secondo il ms. fuldense della rarissima edizione che ho fra le mani di Gio. Basilio Hèrold del 1557: riprodotta e migliorata nel 1738 in Lipsia dal Georgish. Non avendo il Muratori potuto vedere l’edizione dell’Hèrold se ne procacciò alcune varianti e le stampò in fine della sua prefazione alle leggi longobarde: lo stesso fece il padre Canciani nel primo volume delle sue Leges Barbarorum del 1782. Qual piacere per me nel vedere da una nota della sua Storia che anche il codice vercellese Peyroniano inette le due leggi sotto gli anni XV e XVI di Liutprando!