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di Liutprando: spiegazione che io avrei forse voluto considerare come una specie di segreto: ma come nei nostri studi potrei aver mai un segreto per lei? Le domando intanto perdono di questa mia lunga diceria; lunga e disordinata, ma testimonio sincero dell’alta stima e del profondo rispetto mio e per l’ingegno suo e per l’alta natura dell’animo suo. Mi creda per conseguenza quale io sono veramente e quale ho l’onore di dirmi.

PS. — Le sarei tenutissimo se volesse tosto non dico rispondere a questa mia lettera ma darmi avviso di averla ricevuta. Mi farebbe gran piacere del pari di darmi qualche notizia di due opere che io non conosco, cioè del Pedemons sacer di Meiranesio, e di Besson (Memoires des diocèses de Savoie): e innanzi tutto se vi sono documenti anteriori a Carlomagno. Suo dev. ed obb. servitor vero Carlo Trova. Di Roma, 30 novembre 1830.

Non ho neppure riletta questa si lunga lettera: la prego di scusarne gli errori.