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Trento. 585

altaFabrica, e Giurisdittione, e dicesi, essere stato quel Castello, che demolito in Purga si trasferì à Pergine con le sue ragioni, e pertinenze. In prova di che al dì d’hoggi li Pinaitri riconoscono di molto Castel di Pergine.

[Vivere, e costumi de’ Pinaitri, e loro Lingua] Stanno in Pinè Famiglie per lo più povere, & alcune di bene stanti. Vi sono Genti robuste, e campano assai: meno però di quello solevano, fin oltre cent’anni; e ciò per l’uso forsi del Vino fatto abuso: in vece, che già usavano Acqua, e Latte communemente. Si tengono devoti, e dediti alle loro Chiese, che frequentano, almen la Festa. Vanno da semplici, insieme astuti per la vicina prattica di Città, da dove non partono abstemij. Hanno del ruvido all’habito, e all’aspetto e parlano una Lingua, che hà del Gotico: non però tutti: ma solo in due Villaggi, Miola, cioè, & alla Faida, dove, à quel, che osservai, regnano Reliquie della razza de’ Goti, come se ne vede anco in altri vicini Monti fatti ricovero di que’ Barbari dalla Sconfitta di Totila ricevuta da Narsete Capitan dell’Imperator Giustiniano in Italia circa l’anno del Signore 560. Nel resto i Pinaitri parlano il più Italiano, Lombardo, e quella Lingua Gotica si va perdendo.

[Montagna di Piné, e suo Ambito.] Occupa la Montagna di Pinè più di 30. miglia co’l suo Ambito, e trà gli altri termini confina con la Val di Fiemme, che tien’al basso verso settentrione, senza però scoprirla dall’alto. Valle notabile di molto, & della quale qui dirò se non come la viddi: come l’intesi, acciò ogni Monte, che toccai habbia seco espressa anche una Valle.