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si fosse, ne qual partito prendere in tal procinto dal vedere voltar faccia gl’Italiani, soliti resistere con valore, risolvono anch’essi cedere, e secondar la fortuna.

[Vittoria notabile de’ Tedeschi.] I Veneti sospettando, essere tolti di mezzo da’ Collegati, e che perciò ogni sforzo d’Armi potesse andar vuoto, s’astengono di combattere. In tanto i Tedeschi ogn’or più incaloriti dal buon successo, menan le mani, facendo battere al Nemico i piedi; fin che, doppo una gran rotta di gente, e presa di Cannone, carichi di spoglie ritornan vittoriosi à’ suoi nel far del giorno. Così da 800. soli Fanti si ruppe, e fugò tutto un essercito. Così con tal vittoria i Tedeschi ricuperorono à pieno il loro honore.

[Mossa dell’Armi di Cesare Massimigliano in Italia.] Non andò molto, che, calato in persona con l’Armi l’Imperator Massimigliano, seguì in Val di Lagaro la Rivolta di Rovereto, e nacquero in Italia altre Guerre, che quì non entrano. Bastando dire, che per la Lega di Cambray l’anno 1509. il Veneto solo hebbe quasi à combattere con tutti i Prencipi d’Europa. Lega, che se mai una volta seguisse à pro di Venetia, come fù contra, ò quanto serviria, per distrugger’ il Tiranno dell’Asia, e della Christianità! Ricavai questa Guerra di Trento, scritta dal Pincio à lungo, con la brevità possibile, & intiera.

Al tempo del Vescovo Cardinal Bernardo Clesio si vidde à Trento la mostruosa Guerra de’ Villani; e per toccarsi da alto la di lei origine,