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tutti i grandi, i tiranni, i principi della città così meravigliosamente e in così poco tempo, che sarebbe stato difficile ed anche impossibile a qualunque altro, non dico d’intraprendere questa grand’opera, ma di formarne il pensiero e l’espressione; è ora la clemenza, ora la forza, ora la virtù, ora l’assistenza, ora la grazia e ora la libertà dello Spirito Santo che lo illuminarono dei suoi progetti».

Eppure, in quei giorni, non toccava che continui e gravissimi scacchi (v. s.).

Chi vede le altre corrispondenze subito capisce che il bagno nella vasca di Costantino era (come fu per il Lazzaretti il tatuaggio della fronte) uno di quei giochi simbolici a cui annettono gli alienati significati affatto particolari, e una specie di investitura imperiale!

Così in un’altra lettera al Papa ei vi ritorna a proposito della sua vittoria sui piccoli principotti e sui ladroni dei dintorni e vi afferma: «Visto le loro nequizie, fu una gran fortuna se un cotale si lavò nella conca di Costantino», ecc. (Lettera 4 ottobre 1317).

Nella lunga epistola a Carlo IV (luglio 1350), dalla prigione, scrive a proposito di certi amori poco onorevoli di sua madre coll’imperatore Enrico VII1

«Essa disse esserne gravida ad una sua amica in segreto; l’amica, segreta al modo delle donne, trovò



  1. I monomani, pur restando fissi nell’idea principale, variano, fin contraddicendosi nei particolari: così mi spiego che egli nel 2° Tribunato pretendesse, invece, di discendere da un suo bastardo, essendosi trovata presso il ponte Senatorio in uno