Pagina:Tre tribuni studiati da un alienista.djvu/154


139

si conserverà relativamente calmo e tranquillo, salvo le escandescenze megalomaniache che colla sua astuzia saprà far perdonare.

Se nella sua corsa precipitosa non avesse offeso interessi potenti, egli troverebbe un sostegno sempre costante nella lega dei mattoidi, e a guisa dei due sopranominati si conserverebbe, benchè con meno prestigio, al suo posto.

Ma se una vanità morbosa, come la sua, ed ingrossata dal successo, venisse ad essere irritata dalla sconfitta, non sarebbe difficile che cadesse in un delirio ben più grave — nel delirio dell’azione; — così dimostrai essere accaduto a Passanante, a Mangione, al G... che, perduta una lite, aveva ferito con un colpo d’archibugio il conte C..... e fu prosciolto, grazie alla singolare eloquenza che sviluppò avanti ai giurati; dieci anni dopo finì con invadere ad armata mano un appartamento che aveva già venduto, che voleva riavere ciò malgrado, e che ancora sostiene per suo.

Sbarbaro. — Tutto ciò vale, ben si capisce, per Coccapieller. Quanto a Sbarbaro, egli piuttosto tribuno accademico, borghese, che vero politico; egli non esce che per poco da quella cerchia tutta artificiale, semigiornalistica in cui da tanto s’arrabatta e s’affoga.

Egli, per quanto mattoide al pari del suo collega in tribunato, e per quanto più di lui e al pari di lui vellicatore delle basse passioni popolari, e ambizioso di un posto che appena raggiunto non lo farebbe che precipitare più in basso del punto di salita, egli non ha però la sua furberia grossa, se vuolsi, e tavernaia, ma efficace; non ne ha l’apparente e forse vera inte-