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e contro luce. Il Nisard gli piaceva, anche perchè gli parlava di pittura antica; e con lui poteva mostrare la sua erudizione di bibliofilo; sempre con un’ironia astuta e bonaria. Possedeva parecchi libri rari; e, facendoli vedere con una compiacenza particolare, li sfogliava come se li accarezzasse. S’intendeva bene di stampe vecchie e le riconosceva subito; sorridendo come una zitellona, con il labbro di sotto che gli pendeva.

Il Nisard capì, con un’occhiata, che anche Giulio era molto differente agli altri giorni; e perchè fossero costretti ad ammirare la sua amabilità, sfoggiò, prima di andarsene, qualche parola come egli solo sapeva scegliere in certe circostanze.

Come fu escito, Giulio disse:

— Domani sapremo se la cambiale sarà accettata dalla banca!

Niccolò rispose:

— Ne sono arcisicuro!

Ma Enrico non era del suo parere e scoteva la testa. Poi s’impennò:

— Se io fossi certo che la respingono,