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precisamente perchè seppe da questi preziosi documenti scuoprire l'America, e ch’ebbe il coraggio d’andarla a cercare fra i tanti pericoli che presentavano quei mari inesplorati con una marina ancora infante, che l'illustre Genovese potè dirsi un uomo di genio pari all’arditezza. Manco di sapere comprendere l’alta portata dello spirito di sì illustre nautico, il volgo amò più di farne un avventuriero fortunato, arrivato insciente della meta alla più meravigliosa scoperta.

A chi dobbiamo l’invenzione della polvere da cannone, che permettendo di distruggere gl’inacessibili ripari del feudalismo fin’allora inespugnabili; e dando alla fanteria, cioè al popolo la facoltà di distruggere facilmente l’aristocratica cavalleria del Medio Evo, ha così profondamente modificato lo stato politico e sociale d’Europa? A qual uomo di profonda meditazione, in qual città da Dio prediletta rivelossi per la prima volta l’arte feconda della Stampa, leva possente, irresistibile propagatrice delle umane conoscenze, egida tutelare della libertà e del diritto dei poveri? Chi pel primo indovinò nel vapore dell’acqua quella forza motrice che comunica la vita alle nostre manifatture, anima i vascelli, presta ai viaggi un’incredibile velocità, annulla per così dire le distanze, e si fa l’ausiliare più potente del commercio e della civiltà? E noto quanta incertezza regna su questo proposito, nè sono ancora tutti d’accordo per attribuire al francese Dionigi Papin, l’onore dell’invenzione che fece la gloria di Fulton e diede all’Inghilterra quella flotta che si crede la prima del mondo.

Il motivo di tante anomalie sta in ciò, che al rivelarsi d’una scoperta qualunque, il volgo non essendovi premunito, non ne sente tutta la distesa, non indovina l’avvenire che s’asconde fors’anco allo sguardo di chi l’ha immaginata. Non è altro pei contemporanei il nuovo avvenimento che un fatto ordinario; uno dei tanti che si confonde nel numero di quelli a cui assistono, e che non può aver oggi l’importanza che avrà domani; e quando più tardi la riconoscente posterità vuol risalire all’origine d’un’idea divenuta feconda e ricercare il- nome del genio che gliel’ha lasciata, non ritrova più nel vuoto dei tempo che una vaga incertezza o un errore inevitabile.

La storia della Litografia, arte utilissima, quasi neonata, sarebbe anche destinata a subire a sua volta questa fatale incertezza che pesò fino ad ora su quasi tutte le grandi scoperte, e sul nome dei loro autori? Non è ancora un secolo dacché si stampa sulla pietra; numerosi testimonii dei primi sforzi esistono ancora, eppure già si trovano difficoltà a risalire al nome di quegli che primo ne concepì l’idea, ed a conoscere le circostanze favorevoli che vel condussero. Questa tendenza al meraviglioso che s’attacca a quanto l’umanità partorisce di grande, non poteva far a meno che fabbricare i suoi testi sul