Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/337


del peso della moglie 331

dunque la Luna era da alcuno, che avesse moglie, chiamata «femina», aspramente se ne risentiva e correva tosto a la vendetta. La quale per lo piú era questa: che, portando ella, come s’è detto, la persona della Luna e quella di Venere insieme, accresceva bellezza a la donna di lui, e per mezzo d’Amore, suo figliuolo, faceva che cosí egli come altri se ne innamorasse. Dalla qual cosa seguiva poi che la moglie non solamente ne diveniva donna e signora del marito, ma s’acquistava eziandio libertá di poter communicare con gli altri uomini l’uso della sua bellezza. Essendo dunque un cotal uomo in disgrazia della Luna, e perciò avendo la moglie impudica, si può credere che da lui cominciasse questa opinione delle corna, per esser quelle consacrate a questa dea: e, sí come gli epileptici (per l’opinione che communemente s’aveva ch’essi patissero il lor male per l’ira della Luna), erano ed ancor sono chiamati «lunatici», cosí anco costui per vendetta di questa dea fusse chiamato «cornuto». Il qual misterio si può credere che i poeti nascondessero sotto la favola d’Atteone, il quale, non credendo che Diana, cioè la Luna, fusse maschio e volendosene informar a pieno, quasi per acqua incantata, si trovò in fronte le corna. Le quali che siano state dedicate a la Luna si può anco giudicare per coniettura, veggendosi manifestamente nel suo primo aspetto apparir cornuta: dalla quale apparenza i poeti finsero che il suo carro fusse tirato da due tori; ed Orfeo la chiama Ταυρόκερον, cioè «cornuta», a similitudine di toro. Oltre a ciò, nei tempi di Diana e nel tempio della Luna, ch’era nell’Aventino, per publica usanza s’attaccavano le corna. Essendo dunque le corna dedicate a la Luna e cadendo simil genti in disgrazia di lei, è da credere che, quando un marito aveva la moglie disonesta, fusse poi in segno del suo errore chiamato «cornuto». E di qui, secondo il mio giudicio, è passata insino a l’etá nostra l’opinione delle corna. —

Tacquesi, cosí detto, il Raineri, perchè da tutti fu giudicato per uomo ingegnoso ed ottimo interprete dell’antica teologia. Ma io, che mi vedevo seguir a lui, e per questo conoscevo esser giunto il termine nel quale toccava a me di ragionare, sentivo un gran