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libro terzo 283


volta vengono avisate ch’esse fanno il contrario. Pieno adunque di questa detta speranza, io condescendo, a voglia vostra, a dir della donna interiore, e delle parti che le si convengono a volerla vedere bella in perfezzione, e sí che amabile divenga infino ai duri ed insensati sassi, non che agli uomini generalmente ed alle donne. — Quivi, qual caduto nel corso veloce barbaresco, che sí ratto dopo la caduta si leva, che si può dire che non abbia interrotto l’arringo, stette, e seguí poi il signor Ladislao: — Primieramente adunque le sará in cura ed in protezione, vie piú che cosa del mondo, il suo onore e la sua castitá, altissimo e singolarissimo pregio di ciascheduna donna, della quale qualunque per mala sua sorte priva resta, nè donna è piú, nè viva, sí come ci avisa Laura nel sonetto «Cara la vita», e la nutrice di Macario presso allo Sperone nella tragedia intitolata Canace; della quale castitá qualunque riman senza, che può aver piú di buono o di bello, come rispose la sfortunata Lucrezia al marito appresso Livio, ed Angelica raffermò nel suo lamento appresso l’Ariosto? Ogni virtú, perduta la pudicizia, va per terra in una donna, la quale, mentre che salvo reca con seco il suo bel fiore verginale, è simile, con ben disse Catullo e l’Ariosto, (in ciò sua scinda) alla rosa, che, in bel giardino d’ogni intorno serrato e chiuso, su la nativa spina riposandosi, e non avicinandolesi greggia o pastore alcuno, e dall’aura dolce e soave, dall’alba rugiadosa, dall’acqua e dalla terra favorita in colmo, e gioveni assai vaghi, e donne infinite innamorate e leggiadre desiano d’averla, per ornare di lei e il seno e le tempie sue. Ma, se quel fiore della castitá è perduto, súbito quella donna perde con esso lui tutto il favore e tutto l’amore che le si voleva dal mondo; a similitudine pure della rosa, la quale, rimossa dal materno stelo e verde ceppo, viene anco a rimovere da sè quel tanto di bene, di grazia e di bellezza, che dagli uomini e dal cielo aveva con tanta benignitá, che vi si può aver inteso di sopra. Stando adunque nella salvezza di questa castitá l’onore, e nella perdita il vituperio del sesso feminile, qual maraviglia è se, di quelle che veramente donne sono, molte se ne sono ritrovate c’hanno a lei voluto posporre la propria vita? Io