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150 ii - angoscia doglia e pena


perché si avanta di cose totalmente false; di sorte la donna, mostrando la imprudente menzogna, mostra l’argumento di grandissimo vizio e somma pazzia. Pertanto «vana» vòl dire «iattabonda»; e sappiate che da «vana» a «superba» gli è tal differenzia, che «vana» vòl dire studiosa di mostrare la sua gloria, ma «superba» è la donna quando desia, senza ordine, alcuna eccellenza; vana è ancora la donna, avendo oscura notizia senza la vera lode. Imperò sappiate che in alcune cose malfatte ancora è migliore la umilitá, che non è la superba vanitá nelle bone opere. Pertanto dico che gli è cosa detestabile gloriarsi del peccato, e quanto gran peccato sia l’essere vano, lasso contemplare a voi altri. Perciò sappiate che la vanitá è testimonio di mala conscienza, sí che la vanitá quanto è cosa vile o quanto è amaro fruto, sanno quelli che stanno in compagnia d’una donna superba. O donna, vana gloria, fallace diletto de chi te ama, perché altro in te non si trova che un mare di vanitá ventosa? Perciò quante donne hanno conculcato il suo nome darò con la vanitá, non si sa, per essere infinite. Imperò credo che non si trova al mondo piú vituperosa cosa de la vanitá, perché di falsa gloria altro non si coglie che propria vergogna e disonore. Pertanto, ogni volta che voi vedete una donna che fugge la fatica ed il servigio, allora dite che studia in cose vane. Imperò ve aviso che non si trova cosa peggiore che di non avere cosa in sè della quale l’uomo si può avantare onestamente. Pertanto chi negará mai che la vanitá non sia cosa di fortuna, overo chi affirmará essere beneficio di alcuna virtú? Imperò avete a sapere che mai è tanta la vanitá, che sempre non partecipi di amaro vituperio. Perciò ricordative, amici miei, che dopo la vanitá sèguita il biasmo gravissimo: perciò dico che gli è diffidi cosa, con vanitá, di acquistare il nome bono. Pertanto la vanitá sempre nóce; sí che la donna vana sempre si debbe fuggire, come il basilisco, il quale naturalmente è inimico a l’uomo. Ed è nostro inimico chi attende alla nostra ruina, sí che la donna, essendo inimica di fede, attende alla ruina de la fede. Ma, accioché s’intenda questo passo chiaramente, convien che contempliamo che cosa è la fede, perché cosí conosceremo la inimicizia della donna quanta è con noi