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noi distinzione e dividendo tutta la macchina mondiale, diremo che, fatti i cieli ed ordinatigli con quelle regole e con quegli ordini de’ pianeti, l’uno piú freddo, l’altro piú caldo, l’uno piú umido, l’altro piú secco, l’uno piú acquatico, l’altro piú aereo e cosí discorrendo per tutti, tutti fece. Poscia ornò tutti questi circoli celesti di ciascuno de’ pianeti. Ed a quella, per fargli piú belli, piú eccellenti e d’alcuna cosa padroni, diede come ubidienti servi i segni celesti, i quali a loro servono, si come anco noi, di piú debile natura, a loro poi siamo sottoposti. E se gli avesse fatti senza che amministrassero e fossero amministrati, come averebbe potuto, non cosí bella né con tant’ordine sarebbe questa macchina, la quale, da imo al sommo del cielo da noi ben considerata, tutto che ci paia vacua, è tutta piena per la infusione degli elementi che non mostrano corpo, ed in quella sono partiti ed ordinati. E la ragione, che quest’ordine renda i cieli piú belli e da noi piú desiderati, è per conoscer noi la virtú che negli umani corpi da quelli deriva; i quali, sentendo della infusione loro chi piú e chi meno, partecipano delle forze loro, e, per le passioni, conoscono l’imperfetto che tengono nel mondo.

Arena. Parmi, e perdonatemi, signora, ch’io faccio solo per apprender l’ordine di questo bello, che vi siate molto allontanata dal principio vostro, nel quale avevate mostrato dopo l’angelo voler venire alla creazione dell’uomo, come seconda bellezza. Ed ora vi sento molto lontana.

Leonora. Anzi non: perché, volendo parlarvi di noi che siamo dominatori delle cose inferiori e che, dovendo esser raggi della bellezza divina, possiamo ancora penetrare fino al cielo, non è fuor di proposito ch’io m’ingegni mostrarvi la grandezza d’iddio, il quale, dopo tutte le cose, creò noi e di cielo ci infuse l’anima. E però, venendo a quello che aspettate, vi dico che, ordinate dal sommo opifíce tutte queste belle cose, volle fare un’altra cosa piú eccellente, che quelle conoscesse e che, da quelle retta, in ultimo avesse loro a reggere. Deliberò adunque, dopo la natura angelica, una simile formare e qua giú mandarla.