Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/85

82 EURIPIDE


peleo

                    Nulla io piú non sono: sono
morto: mi manca la voce: mi mancano
le gambe sotto.

araldo

                              Ascolta i fatti, se
vuoi far vendetta degli amici. Lèvati.

peleo

Come, o destino, mi colpisci, all’ultimo
confin degli anni miei! Di’, come l’unico
figlio morí dell’unico mio figlio?
Udirlo è orrendo, eppure udire io voglio.

araldo

Come di Febo al sacro suol giungemmo,
sin che tre volte il sole ebbe percorso
il lucente cammin, sazi facemmo
gli occhi, ammirando. E ciò dava sospetto
grande; e la gente addetta al santuario,
incominciava a radunarsi in crocchi
e capannelli. E il figlio d’Agamènnone
per tutta quanta Delfo andava attorno,
e maligni discorsi insinuava
negli orecchi a ciascuno. «Oh, non vedete
come costui, girando va per gli antri