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IL CICLOPE 295

E tu, figliuol dell’atra Notte, o Sonno,
profondo invadi l’odïoso mostro,
sí che non cada, Ulisse e i suoi compagni,
dopo l’iliache gloriose gesta,
per man di tal ch’uomini e Numi spregia.
O credere dovrem che il caso è Dio,
e che meno del caso i Numi valgono.
Entra nella grotta.