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tudini di una esistenza. Pietro non comprese, ma però le domandò:

— E nessuno ti ha mai voluto bene?

Ella non rispose: egli ripetè la domanda. Non rispose lo stesso: credette di aver preteso di sapere troppo per la prima volta. Avrebbe dovuto, però, esser subito sincera! Allora si chiese se poteva parlarle con la stessa confidenza di prima; e sentì una gran simpatia per quel silenzio improvviso d’agguato, perchè per lui era una cosa insolita.

Ella aspettò che rialzasse la testa, con una fisonomia tra bonaria e astuta; e gli chiese, quasi scherzando:

— Le piaccio adesso?

Egli non volle risponderle, provando una gran contentezza.

All’infuori di loro e della stanza, non esisteva più niente!

Ghìsola proseguì:

— Mi amerebbe ancora?

Allora rispose con sforzo, come se avesse parlato con la voce di un altro:

— Se tu non hai amato mai!

C’era un silenzio tale che ambedue credevano d’udire i movimenti delle loro congiunture; ed evitarono di guardarsi.

Egli ebbe compassione che fosse serva e che la padrona, risapendo della sua visita, l’avrebbe forse umiliata rimproverandola. Andò verso la finestra, discostò lo stoino