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Di quell’amor che è palpito
Dell’universo intero
Misterioso altero Croce
e delizia al cor.»

La matrigna mi guardava, aspettando che facessi una risata anch’io, e dicessi che era una stupidaggine. Ma la commozione mi toglieva il fiato; cercai di ridere, ed invece scoppiai in un pianto dirotto.

La matrigna ebbe un sospetto, e, con maggior dolcezza del solito, mi disse:

— Cosa c’è da piangere? Sai chi l’ha scritta forse?

Io, soffocata dai singhiozzi, crollai il capo e le spalle energicamente. Lei riprese:

— No? Peccato! Avrei preferito che lo sapessi. Se fosse un giovane buono, bene intenzionato ed adatto a te, si potrebbe fargli parlare, e vedere di combinare un matrimonio. Sarebbe tempo di rompere il ghiaccio...