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conoscere a Sempronio, che mi presentasse a Caio, che mi conducesse da Martino, il quale fosse incaricato di offrirsi d’introdurmi presso la signora vedova e la miss. Supposto che tutti quei personaggi avessero qualche altro affare oltre la mia presentazione, ci vorrebbe del tempo a trovarli ed a farli agire; infine è meglio tenersi pronto ad ogni evento.

Più presto che non osassi sperarlo, ricevetti un biglietto di grossa carta inglese, scritto a lunghi caratteri inglesi. Lascio stare i miei palpiti, le mie agitazioni, le mani tremanti nell’aprire la busta, che si possono trovare descritti un paio di volte in tutti i romanzi che addormentano l’umanità. La lettera veniva dalla posta, e diceva così:

«Mio Signore,

«Io non conosco voi. Io sono non abbastanza libera per pregar voi di venire, e conoscere me. Cosa fare?

«Miss Gemmy Faat.»


Mandai dal cuore tutt’altro che benedizioni a quella madre crudele che teneva schiava la bella fanciulla. A cosa serve esser inglesi, a cosa serve aver un servitore compiacente, se sul più bello si debbono troncare a questo modo le speranze d’un galantuomo?