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impedire a lei di ripeterla a Valeria, ed a Valeria di accettarla. Ed ora, mi perdona?

Leoni s’inchinò, e le strinse la mano con profonda stima. Non la profonda stima kristophle che si presta a firmare qualunque lettera sconclusionata; ma quella vera, che trova la via anche dei cuori disillusi. Ed avrebbe dati volentieri dieci anni della sua vita, non della passata, per poter ripetere con qualche speranza a quella simpatica zitellona, la proposta che ella aveva rifiutata.

* * *

Quel giorno stesso Odda ricevette una lettera dell’Accademia di Brera in cui le annunciavano che il suo quadro era fra i scelti per essere acquistati dall’Accademia stessa, e la invitava presentarsi per regolare le condizioni del contratto.

Odda non aveva la menoma attitudine agli affari, non ne capiva nulla. Era ancora il caso di rivolgersi ad un parente, ad un amico, a qualcuno che s’incaricasse di rappresentarla, e di fare i suoi interessi.

Ma il parente, l’unico, lo zio Giorgio, aveva un nuovo rancore contro la pittrice.

La sera innanzi era stato al di là d’ogni meraviglia vedendo Odda mettersi in galanteria con