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TORNIAMO ALLO STATUTO 25

Onde disprezzo dell’elettore pel deputato, di cui si serve e che lo serve; disprezzo della Nazione pel Governo, e per le istituzioni stesse di cui esso è il prodotto visibile.

Ogni idealità di Stato viene a mancare; ogni tradizione di governo rimane interrotta; il principio dell’autorità perde ogni prestigio; e la Nazione si disamora sempre più degli ordinamenti che la reggono, condannando tutto e tutti in massa, e persone, e istituti, e principî.

I Governi misti, complessi, composti di vari istituti autonomi, con attribuzioni proprie e distinte, presuppongono, per la regolare loro azione, che ciascun potere, ciascun istituto vigili alla conservazione dei propri diritti ed alla integrità delle funzioni affidategli.

In Italia invece, lo ripeto, è sorto un potere nuovo, parassita e ibrido, dallo Statuto non contemplato, il quale facendosi strumento e sgabello delle pretese dottrinarie e delle crescenti usurpazioni della Camera dei deputati, che vorrebbe arrogare a sè sola il diritto di parlare come interprete della volontà della nazione, è riuscito col dichiararsi a sua volta la emanazione legittima e autorizzata della rappresentanza nazionale, ad una progressiva ed effettiva usurpazione di quasi tutte le funzioni normali della Corona, facendone altrettante funzioni direttamente da sè dipendenti, e tende sempre più a mettere nell’ombra il Principe; mentre al tempo stesso ha, d’altro canto, snaturate o distrutte le funzioni proprie della Camera elettiva. La Camera, avendo voluto invadere le competenze altrui e governare, è venuta invece a perdere anche di fatto l’esercizio libero delle stesse funzioni legislative, attribuitele dallo Statuto; e si trova, ogni giorno più, mancipia del Ministero.

Intanto la gran massa del pubblico, impensierita e sfiduciata, si dà sempre più in braccio ai rivoluzionari e ai sognatori promettitori di cure miracolose e ai ciurmadori promettitori dell’età dell’oro, oppure ai clericali promettitori del regno di Dio mediante il governo de’ suoi ministri.

Forte della lettera e dello spirito dello Statuto, la Nazione si rivolge al Sovrano e gli dice: «Maestà, vigilate a mantenere integre le funzioni affidatevi, e che i successivi Ministeri hanno lasciato che Vi fossero usurpate o hanno cercato di carpirvi. A Voi solo spetta il potere esecutivo. A Voi solo spetta la nomina o la revoca dei ministri che debbono controfirmare e rispondere dei Vo-