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TORNIAMO ALLO STATUTO




Omnia sunt incerta cum a jure discessum est.


Tra un anno si celebrerà in Torino, con una solenne esposizione nazionale, il cinquantesimo anniversario della concessione dello Statuto, cioè della base giuridica e storica delle nostre istituzioni rappresentative.

È ora il momento di raccogliersi e considerare con occhio sereno il cammino percorso in un mezzo secolo di storia parlamentare.

Con quale animo la nazione considera oggi le istituzioni parlamentari?

Lo scoramento innegabile che ha invaso l’universale, intorno al loro merito ed al loro avvenire, devesi veramente attribuire a difetti inerenti allo Statuto, nei suoi principî fondamentali, oppure alle dottrine accessorie con cui si sono via via voluti interpretare ed esplicare tali principî, alterandone e falsandone a poco a poco i concetti direttivi?

Senza dubbio alcuno, il parlamentarismo, quale si esplica in Italia, è ammalato; e conviene studiarne le condizioni ed approntare i rimedi, se non vogliamo vedercelo intisichire nelle mani, minato dall’indifferenza o dal disprezzo della nazione.

Non è, del resto, solo in Italia che ciò si verifica. Il Governo parlamentare è messo in questione in tutto il continente europeo, dovunque con questa espressione si è inteso il governo del Parlamento.

Ogni giorno si fa più viva in tutti la coscienza della fondamentale verità, che la semplice riunione, il cumulo degl’interessi